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serie prima 253

64. La medesima ragione fa che quanto piú l’uomo invecchia tanto piú gli pare fatica di morire, e sempre piú vive con le azione e co’ pensieri, come se fussi certo la vita sua avere a essere perpetua.

65. Si crede ed anche spesso si vede per esperienzia, che le ricchezze male acquistate non passano la terza generazione. Santo Augustino dice che Dio permette che chi l’ha acquistate le goda in remunerazione di qualche bene che ha fatto in vita; ma poi non passano troppo innanzi, perché è giudicio cosí ordinato da Dio alla roba male acquistata. Io dissi giá a mio padre che a me occorreva una altra ragione: perché communemente chi guadagna la roba è allevato da povero, la ama, e sa la arte del conservarla; ma e’ figliuoli poi e nipoti, che sono allevati da ricchi né sanno che cosa sia guadagnare roba, non avendo arte o modo di conservarla, facilmente la dissipano.

66. Non si può biasimare lo appetito di avere figliuoli, perché è naturale, ma dico bene che è spezie di felicitá el non ne avere, perché eziandio chi gli ha buoni e savi ha sanza dubio molto piú dispiacere di loro che consolazione. Lo esemplo n’ho veduto io in mio padre, che a’ dí suoi era esemplo in Firenze di padre bene dotato di figliuoli; però pensate come stia chi gli ha di mala sorte.

67. Non biasimo interamente la giustizia civile del turco che è piú presto precipitosa che sommaria; perché chi giudica a occhi serrati espedisce verisimilmente la metá delle cause giustamente, e libera le parte della spesa e perdita di tempo; ma e’ nostri giudici procedono in modo che spesso farebbe piú per chi ha ragione, avere avuto el primo dí la sentenzia contro, che conseguirla doppo tanto dispendio e tanti travagli, sanza che, per la malignitá o ignoranzia de’ giudici, ed ancora per la oscuritá delle legge, si fa anche a noi troppo spesso del bianco nero.