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contro l'accordo tra clemente vii e carlo v 185

ed assicurare bene; e però considerando e la ragione e la consuetudine sua, abbiamo a credere che se non aranno opposizione subito che lo imperadore passi in Italia, o non passando, come aranno avuto el castello di Milano, metteranno mano a assicurarsi, secondo la occasione, in tutto o in parte di Vostra Santitá.

Ma consentiamo, sanza alterare però la veritá, che la buona natura di Cesare vi assicuri che lui sia per osservare le capitulazione e per portarsi bene con Vostra Santitá; non resterá ella in ogni caso, se lui prevale in Italia, sanza riputazione, sanza autoritá, sanza degnitá e maiestá alcuna di principe? Hanno e’ predecessori vostri dato le legge agli imperadori, el moto a tutte le cose del mondo; Vostra Santitá, quando era cardinale, era si può dire adorata da grandissimi re: ognuno faceva a gara di guadagnarla; ora, pontefice, ará a stare a discrezione dello imperadore, a cercare di satisfare non solo a lui, ma di essere grata a e’ suoi; saprá ognuno che la dependerá da quello, però resterá sanza riputazione, sanza credito. Se e’ príncipi seculari fussino buoni e moderati, io confesserei che uno pontefice arebbe minore causa di curarsi della temporalitá, perché assai sarebbono grande le sue iurisdizione, se gli fussino conservate illese; ma chi non sa quanto sia esposto alle ingiurie uno papa che non sia armato e temuto? quanto si stimino poco le sue censure ed arme che non tagliano, e quanto lo spirituale e lo ecclesiastico, se la potenzia del papa non lo fa riguardare, sia in preda di ognuno? Dunche non potete conservare la autoritá del papa, se non conservate quella del principe; e quella del principe resta annichilata, come ha a ricognoscere l’essere suo dalla discrezione di uno maggiore, come ha a dependere da’ cenni suoi. La sustanzialitá del principe, l’anima del principato è el comandare; però, come ha a obedire, ancora che abbia el nome del principe, e’ vestimenti e le immagine del principato, è in fatto ogni altra cosa che principe.

Truovasi apresso gli scrittori essere stato parola de’ savi antichi, e se bene ho in memoria uno ricordo dato a Giove,