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contro l'accordo tra clemente vii e carlo v 179

con l’aiuto di Dio e di quello che s’ha fatto da sé medesimo, abbia ridotto in buono termine le cose sue, e quella fortuna che da principio se gli mostrava inimica, gli sia tornata prospera e serena. Anzi è proprio della navicella di santo Piero essere combattuta dall’onde e da’ venti, ed alla fine avere non solo el mare pacato ma etiam obedientissimo. Però quella con buono e gagliardo animo si sforzi contro alle difficultá in che si truova, e francamente abbracci quegli rimedi che ci sono, togliendoli sicuri se gli può avere; se non, non gli lasciando ancora che siano dubii e pericolosi: perché è manco male fare provisione difficili e con pericolo, che lasciarsi perire al certo.

Ha detto bene lo arcivescovo che nessuno può essere chiaro come Cesare si abbia a portare con Vostra Santitá in caso che venga personalmente in Italia o stabilisca in altro modo le cose sue di qua, perché essendo articulo che dependerá dalla voluntá di lui solo, non si può avere certezza alcuna che gli abbia o ará nello animo. Pure a me pare che sanza comparazione siano piú e piú potente le ragione che portano dubio, che quelle che portano speranza. È naturale de’ príncipi, come anche fanno gli uomini privati nello essere suo, cercare sempre di augumentare la sua grandezza; e quanto sono maggiori tanto piú desiderano conducersi a quelli gradi suppremi, e tanto piú pare che se gli convenga, ed ordinariamente avendo per obietto questo, tengono poco conto di ogni altra cosa, e fanno uno piano di tutti gli altri rispetti.

Però se io temo che Cesare, quale io veggo che pretende al dominio di Italia, anzi forse alla monarchia de’ cristiani, e che non contento in Italia del regno di Napoli, ha ora occupato lo stato di Milano, abbia a volere farsi signore di Firenze, farsi padrone di Roma e di tanto stato che tiene la Chiesa, e comandare a tutti con assoluta autoritá, mi pare temerne piú ragionevolmente che non fanno coloro che si assicurano del contrario, perché el timore mio è fondato ed in sugli andamenti suoi particulari, ed in sugli appetiti universali di tutti e’ príncipi.