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per l'accordo tra clemente vii e carlo v 177


Ricordisi Vostra Santitá che non è tenuto animoso ma timido e vilissimo chi per paura di uno male dubio abbraccia per desperazione gli ultimi mali, che non è generositá el precipitarsi ma estrema pazzia, e che al grado e degnitá sua ed alla prudenzia ed esperienzia che ha delle cose si conviene non essere autore di ruinare la Sedia apostolica, né pigliare rimedi temerari e da giovani, ma procedere pesatamente e con tale maturitá in una deliberazione di tanta importanza, che quando mille volte gli effetti riuscissino infelici, che almanco non si possa mai dire che e’ consigli non siano stati buoni né bene considerati, e che a quella non sia mancata piú presto la felicitá che la prudenzia.

Io pregherò Dio che la illumini a risolversi bene; ma in ogni resoluzione che la fará, sia di che sorte la voglia, me gli offerisco cosí fedele e cosí amorevole ministro, come sono obligato a essere e come sono stato sempre per el passato.

F. Guicciardini, Opere - viii. 12