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174 discorsi politici

professione di conscienzia, di essere devoto alla Chiesa e di non volere turbare quello di altri, o almanco desiderato che si creda che lui procede giustificatamente e con ragione. Ne potrei di questo allegare molte testimonianze, ma perché sono notissime a Vostra Santitá, e lei molte volte me l’ha confessato, non le replico; e se questa è veramente la mente sua, non abbiamo da temere di questi pericoli, perché non sendo, come di sotto si dirá, el maggiore premio questo che sia, non debbiamo credere che di principe buono, divoto, osservantissimo della Sedia apostolica, diventi in un momento uno ladrone, uno assassino, e che sí vituperosamente, sí impudentemente spogli la Chiesa di quelle cose che ha avuto non da altri che dagli antecessori suoi, e possedutole centinaia di anni, in modo che non sono piú di Cesare, ma di Dio e de’ vicari suoi.

Se questa è simulazione, dico che piú gli importa e piú gli vale, avendo a fare ancora grandissime guerre e faccende, el conservarsi questo nome che ha acquistato e questa professione che ha fatto, che non gli vale el tôrre lo stato alla Sedia apostolica, massime che, sendo grande in Italia, sa che Vostra Santitá lo gratificherá e lo accommoderá di tutto quello che potrá, in modo che avendola per amica e congiunta, ne trarrá molto piú frutto ed in Italia e fuori di Italia che non farebbe a spogliarla; sanza che, di piú si publicherebbe per tutto el mondo uno scelerato e perderebbe quella opinione di che si vede che fa capitale assai.

Non abbiamo adunche a credere che per ambizione pigli uno partito che non lo fa piú grande, né gli accresce la utilitá, ma gli oscura assai della gloria e dello onore; né anche a mio giudicio che per vendicarsi; perché oltre che le ingiurie che può pretendere da Vostra Santitá sono state pratiche e non effetti, oltre che sa averla mossa parte el sospetto, parte e’ mali trattamenti e delusione fatte a quella del viceré e suoi capitani, di che si è piú volte lamentato ed escusato con Vostra Santitá, non è da credere che lo sdegno lo muova a quelle cose che non gli sono utile e gli sono vituperose; el quale quando pure potessi in lui, è piú verisimile serberebbe