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per l'accordo tra clemente vii e carlo v 165

siano el duca di Ferrara, se entrerrá in questa lega, ed el duca di Urbino; se franzesi, el migliore che abbino è Lutrech, el quale è stato vinto altra volta da’ medesimi inimici, ed a tempo che era in Milano; però per tacere le altre sue qualitá che sono pure note, considerate che riputazione porterá seco, o con che animo andrá contro a costoro. El duca di Ferrara è poco esperto nella guerra, e ne’ tempi che l’ha praticata si è visto di lui poca altra pruova che quello suo maneggio di artiglierie; chi ha notizia dell’ultima sua impresa per la recuperazione di Modena, ha sempre affermato che la fu governata con poco cuore e con poco ordine. Confesso che ha piú riputazione che altri di Italia, e che per la grandezza sua gli altri signori non faranno difficultá di deferirgli; ma questo non basta contro a inimici che si hanno a cacciare col ferro e non co’ gridi. Ed a chi ha vinto e fatto prigione uno re di Francia con tutta la nobilitá di uno tanto regno, fará poca paura el vedere uno duca in campagna. Fassi, per quanto comprendo, fondamento in quello di Urbino, el quale io non biasimo, ma non si è però visto ancora di lui esperienzia tale, che una tanta impresa si abbia a fondare totalmente in su le spalle sue.

Altra cosa è guidare sei o ottomila uomini, altra a essere capitano di uno tanto esercito, e contra a inimici gagliardi, astuti ed esperti, ed in una impresa dove si può avere a maneggiare ogni spezie di milizia: la campagna, difendere terre, espugnare terre, invitare gli inimici a giornata, cercare di temporeggiarsi sanza combattere, ora fare el gagliardo, ora sapersi valere degli avantaggi. Però se voi mi direte che in questo esercito non sará uomo di chi si possa fare piú fondamento di questi, io lo cederò facilmente; ma se direte che siano tali che basti a tanta impresa, e che siano da paragonare a’ capitani inimici, io tacerò per ogni rispetto, ma non avendo visto altra esperienzia, non mi dará giá el cuore di affermarlo.

Non voglio pretermettere che io non so quali dua maggiori inimici abbia Vostra Santitá in Italia, e forse nel mondo,