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proposta di alleanza di carlo v ai veneziani 137


e che per lo appetito che ha di farsi signore di Italia, per lo odio e controversie antiche che la casa di Austria e lui hanno con noi, abbia a nuocerci in ogni occasione che ará di poterlo fare, o facciamo accordo con lui o no; perché questi rispetti possono piú apresso a’ príncipi, che le fede e le capitulazione, massime che a chi ha malo animo e piú forze, non mancano ogni dí giustificazione. Però lo accordare con lui non ci assicura in perpetuo, né etiam per lungo tempo, ma fa solo questo effetto: che dove non faccendo lo accordo, ci fará forse guerra di presente, faccendolo, la differirá a altro tempo ed altre occasione. Né questa dilazione ci sará fatta per farci beneficio e commoditá, ché avendo desiderio di opprimerci come ha, s’ha a credere che ogni sua offerta ed amicizia sia insidiosa, ma perché lo accordo con noi gli viene a proposito per potere sanza ostaculo nostro attendere alli altri disegni suoi, e poi al tempo che gli sará commodo tornare a opprimerci con piú suo vantaggio.

Ci bisogna adunche considerare quale sia maggiore, o el beneficio che ci fa lo allungare la guerra seco, o el danno che ci risulti di dargli opportunitá di potere sanza rispetto ed opposizione nostra fondare le altre sue cose. Io non so vedere che lo allungare ci faccia altro beneficio che mandare in lá e’ pericoli e travagli, con speranza che el tempo possa portare degli accidenti inopinati che ci liberino da questa fortuna; e però uno de’ rimedi che sogliono dare e’ savi nelle avversitá è che l’uomo si ingegni di differire el male quanto può, perché quando s’ha tempo, accade qualche volta che el caso ti libera da quegli mali da’ quali non era bastante a liberarti la industria o forze tue. Pure questo è rimedio molto fallace, poi che non ha altro fondamento che di evento fortuito, e però è buono quando la dilazione all’incontro non augumenta el pericolo ed el male; ma quando el differire fa che el pericolo o che el male diventa maggiore, chi si governa con questa regola fa a giudicio mio come uno debitore, che per avere tempo a pagare, consente a usure grosse le quali augumentano sanza comparazione el danno suo; o come