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68 ricordanze

l’altra che la cittá non aveva uomo di chi piú si potessi valere in uno caso grande, perché oltre alle cose dette di sopra, aveva per tutto el dominio riputazione grandissima: in Pisa una benivolenzia e fede immensa; ne’ luoghi vicini, come in Siena Lucca Perugia, credito grandissimo; e sopra ogni cosa una prontezza e vivacitá grande in affaticarsi nelle cose della cittá, piú che altro cittadino da Firenze. Per le quale cose ragionevolmente dolse assai a ognuno che non aveva passione con lui, e piú a chi piú intendeva ed aveva piú interesse nella cittá. A me dolse incomparabilmente, e tanto che a’ mia di non avevo sentito piú dolore simile a questo, avendo perduto uno tanto suocero di chi avevo da fare capitale grandissimo.

Morí, come è detto, in Pisa di etá di anni 49 finiti di poco, sendo di complessione robusta e di bella presenzia, con tanto intelletto e con tanta divozione che piú non si potrebbe dire: confortando ognuno che vi era presente a non piagnere o dolersi, anzi contentarsi della sua morte poi che lui medesimo si contentava e moriva volentieri. Piaccia a Dio avere dato pace alla anima sua e conservare noi e quello che resta di quella casa. So che io n’ho detto assai, e nondimeno chi intende giudicherebbe piú tosto che io n’avessi detto poco che troppo.

Ricordo come a dí..... di aprile la Gostanza mia sorella si maritò a Lodovico di messer Piero Alamanni con dota di fiorini dumila di suggello contanti.

Ricordo come a dí 12 di luglio 1510, io tenni a battesimo una figliuola di ser Agnolo di ser Antonio di ser Batista alla quale si pose nome Alessandra; tenemola insieme ser Giovanni Carsidonii, Pagolo del Giocondo ed io.

Ricordo come a di 15 di marzo 1510 io fui eletto dalla compagnia de’ tessitori per loro avvocato in luogo di messer Francesco Gualterotti; di che fu operatore ser Bartolommeo Gerini notaio fiorentino.

Ricordo come in detto anno battezzai uno figliuolo maschio a ser Giuliano di Lorenzo da Ripa; tenemolo a battesimo messer Giovanni Buongirolami ed io.