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56 ricordanze

giovane e con qualche lettera, che fussi uno fondamento da farmi grande nella Chiesa, e da poterne sperare di essere un di cardinale; e benché messer Rinieri non fussi molto disposto a rinunziare, pure l’arebbe fatto con rigresso, e massime quando ne fussi stato stretto da Piero mio padre, a chi portava riverenzia grande, finalmente non se ne fece nulla. Perché Piero al tutto dispose di non volere alcuno figliuolo prete, benché avessi cinque figliuoli maschi, parendogli che le cose della Chiesa fussino molto transcorse; e volle piú tosto perdere la utilitá grande che era presente e la speranza di fare uno figliuolo gran maestro, che maculare la conscienzia sua di fare un figliuolo prete per cupiditá di roba o di grandezza: e questa fu la vera cagione che lo mosse, ed io ne fui contento el meglio che io potetti.

Lo anno 1504 udì’ in Padova la mattina in ragione civile messer Ieronimo Botticella da Pavia, e la sera seguitai di udire con messer Carlo Ruino.

Lo anno 1505, che ora comincierò a pigliare el principio dello anno a’ di 25 di marzo secondo lo stile di Firenze, stetti ed udì’ a Padova tutto el mese di luglio sotto e’ medesimi precettori, e di poi mi tornai a Firenze; e lo ultimo di di ottobre fui condotto da’ nostri eccelsi signori a leggere la instituta in Firenze dove allora si faceva studio, con salario di fiorini venticinque di studio lo anno. E fummi dato per concorrente messer Giovan Batista Gamberelli, o Lastraiuolo, che era uno de’ piú antichi dottori di Firenze, ma di poca scienzia, e messer Iacopo Modesti da Carmignano, da chi avevo udito la instituta, e messer Francesco di Bartolommeo Pandolfini che aveva cominciato a leggere lo anno che io cominciai a entrare, e cominciamo a’ di 9 di novembre; e nondimeno messer Giovan Batista e messer Francesco ebbono meno audienzia di me, e messer Iacopo ed io l’avemo pari o poco meno; e pure se vantaggio vi fu l’ebbe lui, piú tosto per piú nobilitá di qualche scolare che per piú numero.

Nel detto anno a’ di 15 di novembre mi dottorai nel capitolo di San Lorenzo, nel collegio dello studio pisano, solo