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memorie di famiglia 43

mentò in molte legazioni e pesi grandi. El suo parlare non fu copioso o elegante, piú tosto grave e naturale, e come communemente suole essere negli uomini savi e che sono sanza lettere. De’ beni della natura fu eziandio molto bene dotato, perché fu grande, bianco e bellissimo uomo, e forse cosí bello come uomo che fussi a’ sua tempi in Firenze, fu gagliardissimo e sanissimo, ebbe solo difetto nella vista che l’ebbe corta. Né gli mancorono e’ beni della fortuna, perché con tutto el patrimonio fussi piccolo, nondimeno colla dota cogli esercizi e cogli ufici avanzò tanto e tutto lecitamente, che lasciò forse fiorini ventimila. Gli onori n’ebbe tanti quanti uno cittadino privato può avere a Firenze; perché oltre alle commessione e legazione ed ufici detti di sopra, ed oltre allo essere stato dua volte gonfaloniere di giustizia, era disegnato fussi creato una [terza] volta: senonché tornando di villa si roppe una gamba, della quale benché poi guarissi, nondimeno lo tenne impedito al tempo aveva a essere. Fu tre volte de’ signori, accopiatore, de’ dieci, nel quale uficio stette una volta forse tre anni continuo, degli otto della pratica; e gli altri onori della cittá copiosissimamente. Andò in Levante padrone di una galeazza che andava sola e sanza esservi capitano; andò in Fiandra capitano di dua galeazze. Negli ultimi anni della etá sua avendosi a porre una gravezza e disegnandosi al porla cinque de’ primi cittadini con emolumento grande, ricusò, non gli parendo doversi impacciare in cosa che non si può uscirne sanza fare dispiacere a moltissimi. Fu bene poi contento trovarsi a fare uno sgravo, cosa che viene in beneficio di molti.

Déttesi all’ultimo della sua vita una pienissima autoritá e balia, e quanta ha el popolo di Firenze, a diciassette cittadini, nel numero de’ quali fu lui, e morí sendo ancora in quello magistrato; ed in suo luogo fu eletto Piero suo figliuolo. Con tutto che messer Luigi gli fussi maggiore fratello, e rispetto alla etá ed al grado e’ primi onori si dessino prima a lui che a Iacopo, nondimeno dal 75 massime insino all’ultimo, lo stato nelle cose sustanziali faceva piú conto di