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nota 381

dove non puoi diminuire la pena, non cercheresti di accrescere piú la indignazione, di concitare piú lo odio.

Perchè io ti dimando con che speranza vieni tu a difenderti, in che confidi. Speri tu nella eloquenzia tua? Maggiore sono le tue sceleratezze che si possino negare o scusare. Speri tu di potere allegare qualche beneficio fatto a questa cittá? Oh tu sei uno esemplo di tutti e’ mali che può fare uno cittadino alla patria! Speri tu nella nostra buona natura, nella dolcezza di questo popolo e di questi giudici? Troppo sono fresche e maggiori le ingiurie che tu hai fatto in universale o in particulare a tutti, che si possino dimenticare, troppo è el pericolo ed el danno che s’arebbe del perdonarti. Nessuno è di questi giudici, nessuno è in tanto concorso ed in tanta moltitudine d’uomini che non sia stato offeso da te o per te: a chi saccheggiata la roba, a chi bruciata la casa, chi fatto prigione; quelli che hanno patito manco, hanno per e’ furti e rapine tue pagato molto piú di gravezza che non potevano pagare. Dirai che speri ( corr. su Speri tu) ne’ danari e mezzi tuoi? So bene che hai rubato tanto che aresti modo a corrompere dieci giudici, una cittá intera; ma sono giudici troppo buoni, troppo integri, troppo amatori della libertá, cognoscono quello che non hai cognosciuto tu, quanto piú vale l’onore che e’ danari. Speri tu impaurirgli e spaventargli? Ti veggo bene el volto pieno di audacia, pieno tutto di superbia e di collera; ti pare avere gli eserciti teco, ti pare tuttavia darci un altro sacco. So bene che queste sono le voglie tue, questi e’ tuoi pensieri; ma è passato el tempo tuo; hai a vivere privato, hai a vivere abietto, hai a vivere odioso a ognuno, sanza forze, sanza autoritá, sanza grazia, peggio voluto che una fiera, una biscia, sanza che quando bene tutte queste cose potessino tornare, sono e’ giudici sí forti e sí virili che non per questo mancheranno di fare quello che però non possono fare el contrario. Speri tu nel favore e riputazione de’ parenti, nello aiuto di tanti amici, ne’ diguazzamenti che per te fanno tutti e’ partigiani de’ Medici? Non vedi tu infelice che non è piú el tempo che si spendino queste monete? che la cittá è libera, non piú sotto e’ tiranni? che dominano le legge e la giustizia, non piú gli appetiti de’ privati? che gli amici de’ Medici per la memoria di quegli tempi e di quegli scelerati fini affaticandosi per te ti offendono e ti nuocono? che e’ parenti tuoi in tanti atroci peccati, in tanto odio universale, in tanto grido di tutti, non solo non ti possono giovare, anzi, che se fussino de’ giudici tutti e’ Guicciardini ed anche Salviati sarebbono constretti a condannarti?

Allega che tutti e’ danari che si sono spesi in questa guerra sono andati in mano di Alessandro del Caccia, e che nessuno ne è venuto in mano sua, e che per e’ libri di Alessandro apparisce che e’ danari sono spesi ne’ soldati e negli altri bisogni della guerra, e che a’ libri e scritture si debbe credere piú che alle parole degli uomini, piú alle persone proprie che a quelle che non sono intervenute nel negocio: difesa certo