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memorie di famiglia 25

Tommaso perché era di piú autoritá e piú savio. Di poi poco, avendo Ercole duca di Ferrara tolto per donna madonna Elionora figliuola del re Ferrando, e celebrandosi le nozze, parve vi si dovessi mandare legazione che fussi almeno uno uomo di autoritá massime per rispetto del re; e però vi fu mandato messer Luigi insieme con Pandolfo Rucellai.

Seguitò lo anno 1478 la novitá di Firenze per conto de’ Pazzi, colla morte di Giuliano de’ Medici e la ferita di Lorenzo, e però subito messer Luigi fu fatto de’ signori nuovi per favore di Lorenzo se nuovo caso accadessi. E di poi lo anno medesimo venendo el duca di Calavria insieme col duca di Urbino collo esercito del papa e re a assaltarci, fu mandato messer Luigi commessario generale per difesa delle cose nostre al Poggio, dove innanzi era stato mandato Iacopo suo fratello, e quivi stettono tutt’a dua quella state; cosa accaduta in questa cittá rare volte e forse non mai, che in uno esercito di quella natura fussi commessari generali solo dua fratelli. E perché e’ non avevono gente di qualitá da stare a petto a’ nimici, el duca prese ciò che e’ campeggiò e massime la Castellina; di che a Firenze benché a torto ma secondo el costume de’ popoli, si détte grande carico a chi aveva el governo del campo.

L’anno seguente poi 1479, continuandosi questa guerra e la cittá trovandosi tuttavia al disotto, massime per essere quasi abbandonata da’ collegati, perché Milano, sendovi rientrato a governo con favore del re el signore Lodovico Sforza ed el signore Ruberto da Sanseverino, si stava a vedere, ed e’ viniziani benché aiutassino pure procedevano freddamente; e sendo rotte le genti nostre al Poggio Imperiale, e poi gli inimici andati a campo a Colle e quasi espugnatolo, si fece risoluzione a Firenze che se la guerra durava lo anno seguente, non avendo la cittá altro soccorso, era necessario cedere a quello volessino gli inimici. E però bisognava o pigliare ora la pace da loro come si poteva e con disavvantaggio, o veramente vedere di avere tali sussidi che fussino potenti non solo a difendere le cose nostre, ma a cacciar gli inimici de’