Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/280

274 oratio defensoria

che io non sono ladro, è pure ora chiaro questo popolo che io non ho rubato, ho pure recuperato quello antico buono nome, restano pure le cose mie piú chiare, piú purgate come le fussono mai. Non ho rubato, non ho dunche neanche dato a sacco el contado, perché, come abbiamo detto, non poteva essere questo sanza quello. Ma mi potrá domandare alcuno: donde sono proceduti tanti danni, donde tanta disubidienzia? Se non è stata tristizia tua, bisogna sia stata negligenzia o dapocaggine. Potrei di questo espedirmi con una parola, che sono chiamato in giudicio per furti e per malignitá, non per insufficienzia, né hanno questi giudici carico di cognoscere, né autoritá di condannare per altri capi che per quelli per e’ quali sono stato accusato. Ma perché m’ho proposto nello animo maggiore fine che lo scampare la pena, né penso tanto alla assoluzione quanto a giustificarmi nel conspetto di ognuno e di quello che si è detto e di quello che si potessi pensare nonché dire, ho somma grazia che mi sia dato occasione di parlare di questo, e vi prego tutti che mi prestiate la medesima attenzione; perché se vi ho fatto constare chiaramente che in me non è peccato, vi farò ancora toccare con mano che non ci è colpa, e che nessuno di quegli che patirono danno ebbe tanto dispiacere in quello tempo de’ danni suoi propri, quanto ho avuto io dolore ed abbia di quelli di ognuno, e che non solo ho preso per questo inimicizie grandissime, ma ne sono stato a certissimo pericolo della vita.

Non crediate, giudici e cittadini prestantissimi, che solo questo paese abbia patito, e che e’ soldati abbino cominciato a disonestarsi nel fine della guerra, ma tutti e’ luoghi dove siamo stati hanno avuto e’ medesimi danni, ed el principio fu non el secondo, non el terzo mese, ma el primo dí, la prima ora della guerra; né solo questi soldati o quelli, ma tutti, e’ franzesi, e’ viniziani, e’ nostri, in modo che quando andamo alle mura di Milano, tutto el paese che ci era amicissimo per e’ mali trattamenti avuti dagli spagnuoli e sperava essere liberato e bene trattato dallo esercito della lega, veduto che aveva piú presto peggio che meglio, ci diventò inimicis-