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240 oratio accusatoria

con la rigiditá. E’ fisici valenti quando hanno curato lungamente uno infermo co’ rimedi freddi, se veggono che non giovano, pigliano la via contraria ed adoperano e’ caldi. Noi abbiamo voluto sanare tante volte la cittá con la mansuetudine e con la clemenzia; veggiamo che questo infermo è sempre piggiorato, procuriamo la severitá e la asprezza. Manco male è che gli amici de’ Medici spaventino, che e’ piglino animo; meglio che si desperino, che se avessino causa di sperare troppo; meglio e piú sicuro è che stia fuora chi sarebbe pericoloso drento. Vorrei che sanza danno publico si potessi lasciare stare ognuno nella cittá; ma di dua mali si debbe eleggere el minore, e lo inimico che è fuora ti fa paura, quello che è drento ti fa male.

Avete udito e’ peccati di messer Francesco: paionvi cose nefande, inaudite, nuove; paionvi cose che con difficultá vi aresti potuto immaginare, cose che avete orrore a sentirle dire. Che direte quando gli arete uditi tutti, quando arò messo in luce quello che è la fonte e la origine di tutti gli altri, quello che passa ogni esempio di ambizione e di avarizia?

Era presidente di Romagna, con tanto piede che vi teneva el fratello per sustituto; stava lui fermo apresso al papa a consigliare ed espedire tutte le faccende dello stato, le quali quanto siano grande in uno pontificato è difficile a pensare, piú difficile a dire. Trovavasi in tanta riputazione, in tanta autoritá, in tanti guadagni, che non che mai l’avessi sperata, non aveva mai avuto ardire di desiderarla: perché la veritá è che sono gradi che passano la misura di cittadini fiorentini, non da uomini privati ma da personaggi grandi; gradi che nonché gli altri ma e’ cardinali sogliono tenersene onorati; e nondimeno né tanti onori né tanta utilitá né tanta grandezza bastorono a questo animo corrotto, a questa fonte di tutta la cupiditá. Per andare capo degli eserciti, per trionfare della Lombardia, per farsi vedere in excelsis a quegli popoli che aveva governato tanti anni; per parere quello che governassi la pace e la guerra, per parere unico apresso al papa, e come io credo anche per avere commoditá di rubare tanto tesoro;