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212 oratio accusatoria

natore di discordie e di scandoli. Che io non finga queste cose vi farò constare, giudici, perché de’ compagni nostri vivono molti degnissimi di fede, quali mi rendo certo che esaminati non negheranno la veritá, e vi diranno piú oltre che tra noi tutti era tanto nota questa sua inquiete ed ambizione, che alcuni de’ nostri lo chiamavano Alcibiade, volendo denotare uno spirito cupido, inquieto ed autore di cose nuove; il che, o fortuna della nostra cittá, non solo è stato prudente ed oculato iudicio, ma piú presto profezia, perché non di minori mali è stato costui causa a Firenze che fussi Alcibiade a Atene. Chi adunche in sí tenera etá dimostra e scuopre questa natura, che si può credere che abbia a essere nel resto della vita? Non dice quello proverbio vulgato che el buono di si cognosce da mattina? E ragionevolmente, perché ognuno nella etá matura sa meglio coprire e simulare gli umori suoi; il che quegli che sono sí giovani non sanno fare, ma tutto quello che hanno insino nelle viscere, insino nel cuore apparisce sanza alcuno riservo. E se nella etá sí tenera, nella quale è quasi miracolo che sentissi el gusto della potenzia e degli onori, fu tale, che possiamo noi credere che sia stato poi e che sia ora, avendo ed eletto modo di vita ed avuto fortuna atta a destare la ambizione in ogni freddo e molle spirito, nonché in uno che da se medesimo ne ardessi?

Difficile è repugnare alla natura, giudici, difficile spegnere quelli abiti che sono infissi nelle ossa, che t’hanno accompagnato col latte e con la cuna. Chi per necessitá o per accidente piglia vita contraria, a pena con lungo tempo mortifica la inclinazione naturale; ma chi piglia vita conforme, e vi ha drento successo, la nutrisce e la accresce ogni giorno, in modo che se era per natura verbigrazia ambizioso, diventa per natura e per accidente ambiziosissimo. Non avete voi udito di Cesare, in chi ancora fanciullo furono cognosciuti quelli semi, el frutto de’ quali fu poi la ruína della patria? Non so parlare per molto tempo degli anni che seguirono a quella etá, perché andò fuora di Firenze a studio, ma la ragione vi forza a credere che quale avete inteso essere stato el principio suo,