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194 oratio accusatoria

di chiamare in giudicio con inestimabile iubilazione di tutto questo popolo, non uno cittadino incolpato di oscuri e leggeri errori, non di qualitá sí piccole che e la pena sua facessi poco utile alla republica, e la assoluzione poco danno; ma messer Francesco Guicciardini, uomo rubatore de’ danari publici, saccheggiatore del nostro contado, uomo che ha esosa la vita privata, desideroso del ritorno de’ Medici, amatore delle tirannide, occupatore del vostro Palazzo, inimico capitalissimo della commune libertá, e finalmente pieno di sí gravi, di sí noti e di sí odiosi peccati che non è possibile che sia assoluto, e nondimeno sí potente che el condannarlo abbia a essere di grandissima utilitá sí per levare via ed estirpare questa peste della republica, sí molto piú per lo esempio e per chiarire al tutto ognuno che in questi nuovi giudici ha a potere piú, come è conveniente, la veritá, la religione e la severitá de’ giudici che qualunque altro rispetto o corruttele.

A questa impresa se non m’avessi spinto lo amore della republica, ed el desiderio grande che io ho di vedere bene assicurata la nostra libertá, ed el cognoscere che uno de’ vivi fondamenti che la possi avere è el terrore ed el freno di questa legge, siate certi, giudici, che nessuno altro rispetto mi arebbe mosso; perché né con lui ho particulare inimicizia, anzi da’ teneri anni ho avuto seco conversazione e benivolenzia, né le condizione mie sono i tali che io non abbia a tenere conto grande di tanti inimici che mi nasceranno da questa accusazione, né la natura mia come può sapere ognuno, è stata inclinata mai a offendere altri, né a pigliare piacere delle incommoditá di persona, né è tanta la laude che io spero se sará condannato, perché questo faranno per se medesimo, sanza alcuna industria dello accusatore, e’ suoi peccati sí enormi, sí pericolosi e sí chiari, quanto sarebbe el biasimo se fussi assoluto; perché piú resta negli uomini la memoria di quello che è molesto che di quello che piace, e sempre dove le imprese succedono male è piú avuto lo occhio allo evento che al consiglio.