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14 memorie di famiglia

e diceva si liberamente male quasi di ognuno, che per detta cagione fu avuto in odio da molti. Ebbe molte degnitá nella cittá e fu de’ dieci di balia, ed andò commessario in Lombardia colle genti della lega contro al duca di Milano, e quivi per non so che vittoria ebbono, fu fatto cavaliere; e credo lo facessi volentieri, perché sendo emulazione fra lui e Piero, che ognuno desiderava essere el primo nelle cose dello stato, e sendo Piero di piú etá, lo volle avanzare col grado. Andò di poi nella guerra di Lucca commessario a Lucca; e non succedendo le cose bene, furono constretti a ritirarsi col campo; di che dicendosi, come è costume del popolo, nella cittá molto male di loro, uno Migliore di Giunta passaggiere a Santa Gonda, a stanza di Nerone di Nigi e della parte di Cosimo, venne a Firenze dicendo che da Santa Gonda era passato uno mulo carico di grossoni che erano di messer Giovanni Guicciardini, che gli aveva avuti da’ lucchesi perché si discostassi col campo. Di che sparlandosene in Firenze molto publicamente, messer Giovanni, per sentirsi innocente, non potendo sopportare tale infamia, venne alla signoria e pregolla volessi ritrovare la veritá di questa cosa; e quando pur lei per altre occupazioni non vi potessi attendere, fussi contenta commetterla al capitano, che era un figliuolo di messer Ruggieri da Perugia; e così fu commesso. Di che Averardo de’ Medici venne a Cosimo, ed incitollo a volere attendere alla ruina di messer Giovanni, dicendo che non era uomo a Firenze piú baldanzoso né piú per opporsi a ogni loro impresa; e per questo Cosimo parlò di notte al capitano e feciongli scrivere da’ Baglioni di Perugia incitandolo contro a messer Giovanni. La cosa durò molti giorni, perché el capitano desiderava servire Cosimo, e nondimeno male si poteva procedere contro a messer Giovanni per es-

    9 di novembre el marchese di Mantova lo fece cavaliere presso a Brescia quattro in cinque miglia, innanzi che le bandiere entrassino in Brescia: disse era stato sforzato, e Francesco scrisse a Piero crederlo. Alla entrata sua in Firenze gli fu fatto piú onore si facessi mai a cavalieri, ed in gran parte per fare dispetto a Piero, perché la cittá era divisa.