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186 consolatoria


Sarai adunche ocioso ma con degnitá: la quale ti recherá la memoria delle cose passate, la riputazione che hai acquistata col lungo e pericoloso travagliare, la opinione che sará di te, ed in ultimo el consumare el tempo ora alla cittá, ora alla villa, ora in solitudine, ora in conversazione di uomini, e sempre con pensieri, opere e memoria degne di te e della passata tua vita; o io mi inganno, o sará uno stato el tuo desiderabile, perché sará quieto, sicuro ed onorevole. Né sará minore laude l’accommodarsi bene in questo, che sia stato quella delle faccende; anzi mi pare che alla riputazione tua si appartenga, poi che hai dato conto di te nel travagliare ed acquistato riputazione in quella vita, avere occasione di potere dare conto nello ocio, e mostrare che tu sia atto e sappia cosí bene ordinarti nel non fare come nel fare.

Dicono alcuni savi che la vita nostra è simile a una commedia, nella quale a dare laude a coloro che vi recitano, non si attende tanto che persona ciascuno sostenga, quanto se porta bene la persona che ha: perché a ognuno tocca a fare la persona che gli è assegnata, e quello che è proprio suo è el modo del farla. Cosí la persona che sostegnamo nel mondo è quella che ci è data dalla fortuna, ma quello che è laudato in noi è el modo con che noi viviamo nel grado o nella sorte nostra; e so nelle commedie è degno di laude chi rapresenta bene una persona, quanto sará piú lodato chi ne rapresenterá bene dua, massime di spezie diversa! Cosí se tu consideri bene, non ti toglie la riputazione lo essere passato dalle faccende allo ocio, anzi te la raddoppia se tu saprai usarla bene; e se in quella persona che tu hai insino a ora rappresentata è stata la tua rara laude, sará rarissima a chi considererá che n’abbia usato egregiamente dua.

Non hai tu letto di Scipione Africano che ridottosi in esilio per non vedere el conspetto della ingrata patria, fu in tanta esistimazione apresso a ognuno che insino a’ ladroni andorono a vederlo e fargli reverenzia? Perché lo ocio non spegne la memoria delle virtú e delle cose passate, non oscura le laude che gli uomini hanno acquistate. Non sai tu che Diocleziano