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86 dialogo del reggimento di firenze


chi gli muta; perché uno solo non può fare questo, e come si ha a fare compagnia con altri, si riscontra el piú delle volte in pazzi o in maligni che non sanno né fare né tacere; e quando bene tu trovassi uomini a proposito, guardate quanto sono pericolose le congiure, ché quello che communemente si cerca in tutte le altre azioni, è piú contrario alle congiure che alcuna altra cosa.

Certo è laudato in ogni azione chi sa governarle in modo che le conduca sicuramente; e nondimeno nelle congiure non si può fare peggio che proporsi questo fine, perché come l’uomo pensa a questo, interpone piú tempo, implica piú uomini e mescola piú cose, che è causa di fare scoprire simili pratiche. Le quali considerate di che natura sono, poi che è piú sicuro cercare di esequirle con pericolo che con sicurtá; credo forse perché la fortuna, sotto el dominio di chi sono queste cose, si sdegni con chi vuole liberarsi troppo dalla potestá sua. Però la facilitá non debbe invitare persona a congiurare, e manco la utilitá propria, perché uno cittadino che per interesse particulare si fa capo di mutare uno stato, mutato che è, non vi truova per sé quasi nulla di quello che ha disegnato, e sanza frutto suo resta in tutta la sua vita obligato a uno perpetuo travaglio, avendo sempre a temere che non risurga lo stato che lui ha mutato, che sarebbe mille volte con piú suo danno che non ha avuto utile nella mutazione.

Però a cacciare Piero non mi mosse altro che el giudicare che fussi utile della cittá, parendomi piú beneficio ed onore suo che la fussi libera, come è stato sempre lo obietto suo, che stare in continua servitú. Né ho veduto insino a ora cosa che mi abbia fatto mutare parere; e se bene lo stato nuovo è venuto piú largo che io non avevo creduto o desiderato, e che io creda essere vero che in questo vivere populare saranno de’ disordini ed almanco non vi sará la liberazione di tutti e’ mali che erano nello altro, nondimeno io ho speranza che col tempo e le occasione molte cose si modereranno tanto, che e’ disordini non resteranno si grandi che non si possino tollerare, e che, pesato e’ difetti dell’uno e dell’altro, sará da