Pagina:Guicciardini, Francesco – Dialogo e discorsi del reggimento di Firenze, 1932 – BEIC 1843020.djvu/77


libro primo 71


per altra via; e se io non sarò vivo allora come è verisimile, voi che siate piú giovani ve ne ricorderete e mi crederrete tanto piú che le imprese importanti sono male intese e male governate ne’ reggimenti populari. Il che in ogni tempo importa assai, ma importerá molto piú al temporale che corre ora, perché essendo entrata in Italia questa peste oltramontana, dubito che non sia uno principio di grandissime calamitá, ed e’ buoni governi sono molto piú necessari ne’ tempi fortunosi che negli altri.

Soderini. Ancora che nessuno rimedio sia piú a tempo alle cose del reame, pure se si conchiude questa lega grande tra’l papa, imperadore, re di Spagna, viniziani e duca di Milano, potrebbe essere principio a cacciargli di Italia; e se ne escono una volta, forse che mai piú non ci torneranno.

Bernardo. E1 reame, come tu di’, è spacciato, e la entrata loro in Italia e poi lo acquisto di questa prima impresa è stato si felice, che io non so se el cacciargli riuscirá cosi facilmente; e quando pure riuscissi, dubito che el gioco non sará finito, perché la potenzia di Francia è grande, ed aranno giá comminciato a imparare la via di venirci, gustato la dolcezza di questa provincia ed accesi gli animi; né mancheranno le cagioni e le occasioni di farcegli venire, perché la unione di Italia è conquassata, e sono rotti quelli vinculi che la tenevano ferma. Questa lega che ora si pratica, quando bene si conchiugga, durerá tanto unita quanto questo bisogno che corre ora; di poi resterá ogni cosa piú confusa che mai.

El regno di Napoli, ancora che e’ Ragonesi vi tornassino, sará debole e forse smembrato; voi senza Pisa e con la piaga di fuorausciti potenti; uno papa ambizioso e cupido di cose nuove; viniziani, si sa naturalmente a che pretendono; el signore Lodovico, per parlare modestamente, non è si savio come è tenuto, ma se doppo lo essersi fatto duca di Milano, doppo lo avere disfatto e’ Ragonesi e Piero de’ Medici, gli riesce fare tornare el re Carlo in Francia, rimarrá pieno di vanitá e di insolenzia. Sono certo che pensa alle cose di Pisa, e dubito che e’ viniziani non vi voltino lo animo, perché la