Pagina:Guicciardini, Francesco – Dialogo e discorsi del reggimento di Firenze, 1932 – BEIC 1843020.djvu/48

42 dialogo del reggimento di firenze


di ciascuno siano pari, perché le vanno diminuendo o crescendo secondo la industria e fortuna degli uomini; ma si ristrigne a’ termini debiti, e quanto al caso nostro si può considerare in dua cose, cioè che ognuno sia equalmente sotto le leggi, né possa l’uno essere oppresso da l’altro; e questa paritá e sicurtá s’ha tanto, e forse meglio, sotto un altro governo quando è bene ordinato, come sotto el governo libero; e però per questo solo non è necessario desiderare la libertá. Nel secondo capo si può considerare la equalitá, cioè che ognuno governi, tanto l’uno quanto l’altro; e questo non è appetito ragionevole, perché ne’ magistrati e nel governo debbe avere piú parte chi è piú atto a governare, essendo, come è stato detto innanzi, trovate le autoritá civili ed e’ magistrati per beneficio di chi è governato, non per satisfazione di chi ha a governare. Però non si debbe tenere conto di chi desidera per questo rispetto la libertá, perché è cosa non ragionevole e non utile, e chi ordina le cittá non debbe dare fomento alle voglie ambiziose, anzi tagliarle e stirparle quanto può.

Soderini. Non voglio per ora dire altro, perché forse udendo le altre cose che voi direte, resterò piú satisfatto che ancora non sono, o almanco nella fine del ragionamento potrò replicare, se altro mi occorrerá.

Bernardo. Passiamo adunche alle cose dette per Piero Capponi, e de’ tre capi bene considerati e bene discorsi da lui, io commincerò dal secondo, cioè da quello che appartiene alla distribuzione degli onori ed utili publici; perché venendo sotto questo membro la elezione de’ magistrati da chi depende la amministrazione della giustizia ed el maneggio delle cose di fuora, potreno meglio esaminare questi dua altri capi, se aremo dichiarato bene questo. Nel quale tre sono gli errori che ci si possono considerare: el difetto della persona, cioè quando colui a chi si danno e’ magistrati non gli merita, o per non essere buono uomo, o per non essere atto a tale peso; la condizione della casa, cioè quando si danno a uomini nuovi e non di tale nobilita che se gli convenga quello onore, perché