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vere queste partorissi negligenzia nelle altre; ma vedendosi che questo non è, debbo piú presto essere laudato se quello tempo che, rubato dalle faccende, io potrei spendere in piaceri o commodi miei, lo spendo, con speranza di profittare a altri, in fatica certo laudabile e forse a qualche tempo non inutile, benché, a dire la veritá, a me la non è fatica né molestia, ma piú presto recreazione, la quale è necessaria a chi è oppresso da infiniti travagli come ora sono io; e’ quali nascendo da arme, da violenzie e da tumulti di uno esercito, conviene molto bene che io cerchi la recreazione ed el piacere dal contrario suo, cioè da pensieri di pace, di giustizia e di equalitá di una cittá; e’ quali se io nutrisco per le cagione dette di sopra, credo facilmente poterlo fare sanza nota di ingrato o di simulatore. essere lodato se quelle ore che, rubate dalle faccende, io potevo spendere in piaceri o commodi miei, l’ho speso in fatica certo laudabile e forse a qualche tempo non inutile, benché, a dire la veritá, a me la non sia stata(i) fatica né molestia, ma piú presto recreazione, che è necessaria a chi è oppresso da infiniti travagli, come allora sono stato io; e’quali nascendo da arme, da violenzie e da tumulti di eserciti, e poi da sanguinose e crudeli sedizione di disordinatissime cittá, fu molto bene conveniente che io cercassi la recreazione ed el piacere dal contrario suo, cioè da pensieri di pace, di giustizia, di equalitá e di concordia civile di una republica; e’ quali se io ho nutriti, non credo giá potere essere notato né per ingrato nè per simulatore.
Ma perché questo è luogo che ricerca più parole che non si conviene a uno proemio, pretermetterò ora la iustificazione, detto solamente questo: che, oltre che è differenzia dallo scrivere al mutare gli stati, che piú sono le obligazione che ho con la patria che co’ Medici, e piú detestabile sarebbe la ingratitudine che si usassi con quella che con questi. Ma perchè questo è luogo che ha bisogno di piú discorso che non ammette uno proemio, pretermetterò ora el giustificarmene, detto solamente questo: che, oltre che lo scrivere mio, massime fatto per me e sanza pensiero di publicarlo, non offende persona né dá causa di mutare stati, piú sono le obligazione che io ho con la patria che co’ Medici, benché con loro io l’ho grandissime, e piú detestabile sarebbe la ingratitudine che io usassi con quella che con questi. Anzi essendo nel vivere civile distinti e’ gradi de’ benefici e degli offici degli uomini, non merita no-