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VII

[Del modo di assicurare lo stato alla casa de’ Medici.]

La tornata in Firenze de’ Medici dette grandissima alterazione a tutta la cittá, perché da pochi rovinati e desperati in fuora, quali li desiderorono per estrema necessitá e per non vedere altra via di salute, se ne dolsono non solo li inimici ma tutto lo universale, quale stava volentieri in quello vivere populare. Li amici ancora a chi soleva piacere lo stato innanzi al 94, non se ne rallegrorono giudicando che per la povertá e condizioni loro e’ sarebbono forzati travagliare assai la cittá ed in ultimo a uscirsene con rovina loro e di altri. Successe miraculosamente la creazione del cardinale de’ Medici in Leone decimo; di che subito si mutarono le speranze e disegni di ognuno, e fu opinione che essendo loro per questo pontificato usciti di necessitá e di sospetti, le cose nostre avessino a posare bene: li inimici a assicurarsi e vivere in ragionevole condizione; li amici a gittarsi a favore dello stato con vivacitá e caldezza; el popolo, per la dolcezza della pace e per la speranza di non avere a essere maneggiato colle gravezze e di potere rassettarsi le entrate publiche ed e’ monti, a assicurarsi e ridursi in buona disposizione; e che tutte queste cose avessino colla grandezza di uno pontefice si potente e si giovane a ridursi ogni di in migliore condizione. Nondimeno benché noi siamo giá alla fine de’ tre anni del pontificato, lo effetto