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del modo di ordinare il governo popolare 259


disegni tôrre fomento alle ricchezze; sono dannose in quelle dove si intende mantenere la cittá ricca, perché la impoveriscono assai e ne traggono a nazione esterne infiniti danari. E tutti questi effetti mali sono sanza utilitá nessuna eziandio apparente, perché non se ne satisfá a alcuno obietto ragionevole se non a uno certo fummo vano ed a uno gusto piú tosto da donne che da omini. Cosí vorrei ridurre le dote a somme moderate perché questi eccessi sono nocivi, e per le cagione dette di sopra e perché non si conserva la equalitá de’ parentadi e nobilitá de’ sangui, ed in ultimo perché si farebbe uno grande beneficio alli uomini virtuosi e poveri, e’ quali hanno piú difficultá di maritare le loro figliuole che non hanno e’ ricchi viziosi.

Queste sono insomma le cose colle quali mi occorre che si doverrebbe instituire la cittá ed el vivere populare; le quali possono ne’ particulari sua avere di molti errori, ma bene sono di opinione che nelli universali e ne’ fini a’ quali le aspettano, che le sieno ragionevole. Piaccia a Dio, benché e’ portamenti nostri non lo meritano, di volere uno giorno ridurre quella republica in questo o qualche simile modo di buona instituzione e buono governo, el quale per vedere e perché fussi a’ tempi nostri, io sanza alcuno reservo vi metterei e le facultá e la vita.

Finita a di 27 di agosto 1512 in Logrogno.