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del modo di ordinare il governo popolare 249


naturale nella cittá nostra el vivere con libertá ed a populo, sanza consenso del quale non si potendo fare le cose importante, tutti coloro che hanno voluto in tempo alcuno essere grandi, hanno conosciuto che a volere tenere la tirannide non si poteva estirpare al tutto la libertá, ma era necessario tenerne qualche ombra o colore, secondo la quale bisognando nel fare le legge ed autoritá nuove el consenso del popolo e de’ consigli, e conoscendo non potere averlo per le vie ordinarie, trovorono questa forma di chiamare colle arme el populo in piazza e farlo deliberare a voce le cose proposte da loro; che non è altro che col terrore delle arme e colla forza constrignere el populo a acconsentire a tutto quello che e’ propongono e dare ad intendere che quello che è fatto sia fatto per voluntá e modo di tutti. E però bisogna a mantenere secura la libertá, che le cose che hanno a essere deliberate da’ consigli populari sieno deliberate ordinariamente e colle fave, ed in effetto che e’ si levi el parlamento che non è altro che fare approvare al populo colla forza quello che lui medesimo non vuole.

Sarebbe molto desiderabile che e’ bastassi non andare piú oltre e fussi a sufficienzia avere parlato di chi abbi fuora a defendere la cittá, di chi la abbi a governare drento, cioè del consiglio grande, del senato, della signoria e del gonfaloniere; ma perché gli è impossibile che in una cittá non si faccino molti errori e delitti di ogni sorte, e’ quali è necessario a volere conservarla punirli, e dissono li antichi legislatori che in su dua capi erano fondate le republiche, in sul premio ed in sulla pena, però bisogna pensare e discorrere in che modo e per chi si abbiano a esercitare e’ giudici sopra le cose criminali.

Gli ordini detti ed introdotti di sopra non solo stabiliscono la libertá e constituiscono buono modo di governare lo stato, ma ancora proveggono in gran parte alla remunerazione de’ cittadini che si portino ed operino bene; a quella remunerazione dico, che e’ buoni hanno a desiderare ed aspettare da una republica, non a quelle che si ricercono da’ principi e