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non mi partirei dal modo detto di sopra, perché si conserva piú lo intento del distribuire li onori ed amministrazione bene, che è la importanza del tutto. E se lo stato fussi in modo fermo che una volta e’ cittadini avessino presupposto avervi a vivere drento e che e’ non si potessi alterare, non vi ammetterei alcuna distinzione; ma sendo ancora giovane e balenando tuttodi, si potrebbe per piú pace ordinare che e’ magistrati piú importanti, come è drento la signoria, e’ dieci, li otto, si facessino per le piú fave e per nominazione, overo imborsarne per ciascuno dua delle piú fave. E cosí vorrebbono essere li ufici piú importanti di fuora, come capitano di Pisa, Arezzo, Pistoia. Sono una altra sorte di ufici che hanno seco qualche amministrazione, ma non tanto importante, come è drento uficiale di torre, contado e simili, fuora, tutti e’ vicariati e podesterie grosse; e questi si potrieno lasciare co’ partiti piú larghi, verbigrazia per ognuno imborsarne quattro o cinque, e nello andare a partito mescolare la sorte e la nominazione. È la terza spezie degli ufici che hanno poca amministrazione ma è fondato el forte loro in sullo onore o in sullo utile, come tutti e’ camarlinghi e podesterie minore e molti onori della cittá, e questi si potrieno lasciare come e’ sono oggi. E se bene questo modo si può biasimare perché non corregge in tutto li errori introdotti da questa larghezza ed è contro allo uso di tutte le republiche, nelle quali, che io sappia, non si usò mai questa sorte, pure saria da tollerarlo per meno male e ricordarsi che rarissime volte è una cosa interamente perfetta, ma che e’ savi si satisfanno di quelle che hanno meno imperfezione.

Nasce la seconda considerazione nel consiglio grande circa alle legge: non se l’hanno di primo colpo a venire al consiglio, perché saria questo di molta confusione e contro a ogni ordine di bene instituta republica, ma se quando le sono state deliberate ne’ luoghi piú stretti, le abbino a avere la approvazione del consiglio o no. In che io mi resolvo facilmente che essendo le legge una cosa tanto universale e concernendo ogni membro della cittá, che la deliberazione ne sia in con-