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libro secondo 161


accidenti del mondo vanno in modo che anche e; piú savi si ingannano quasi sempre nel fare giudicio de’ successi de’ casi particulari, e l’uomo molte volte si immagina che una cosa abbia a andare per uno verso, che poi riesce tutto el contrario. Però quando el male di che l’uomo teme non è molto propinquo o molto certo, ed a comparazione sua el bene di che si ha occasione non è minimo, chi lo lascia resta sanza esso, e di poi spesso non viene quello di che si temeva, tanto che per uno timore vano si perde la occasione di uno certo bene. Per questo, durando e’ frangenti in che al presente si truovi Italia, non ardirei dare regola certa se non in uno caso solo: che vi astegnate da quelle imprese di acquistare che non sono molto nette e che allora vi possono mettere in pericoli e travagli, e negli altri casi vi governiate secondo la qualitá de’ tempi ed accidenti che allora correranno.

Soderini. Per ora ci bisogna pensare a altro, perché abbiamo dua ferite mortali: la perdita di Pisa ed e’ Medici forusciti, e’ quali per gli amici che hanno in Firenze e nel dominio e per la riputazione grande della casa, ci daranno che fare.

E perché di Pisa abbiamo inteso el parere vostro, vorrei ci dessi qualche ricordo in che modo ci potessimo governare circa le cose de’ Medici.

Bernardo. L’una e l’altra ferita è grande, e maggiore è quella de’ Medici, perché molti accidenti possono venire che le cose di Pisa terminerebbono presto, ma pochissimi che faccino che el pericolo de’ Medici non duri molti anni; di poi questo è uno male che è drento e tocca le parte vitali. E di Pisa mi rimetto a quello che dissi di sopra, aggiugnendo che questo male che è difficile a sanare, arebbe bisogno di medicine forti, e per parlare in vulgare, di crudeltá; la quale userebbe forse uno principe o uno stato di uno, ma uno governo di popolo ne sará alienissimo. Dico che e’ pisani ci sono inimici ostinatissimi, né abbiamo da sperare di avergli mai, se non per forza; però bisognerebbe ammazzare sempre tutti e ’ pisani che si piglieranno nella guerra, per diminuirvi el numero degli inimici e fare gli altri piú timidi; e se facessino