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libro secondo 157


che surgessi tra vicini con maggiore odio e con maggiore invidia, che sempre si andò multiplicando; e però essendo tra vicini armati ed inimicissimi non ebbe mai luogo di allentare la milizia. Né io ho biasimato el governo romano in tutti gli ordini suoi, anzi oltre al laudare la disciplina militare, laudo e’ costumi loro che furono ammirabili e santi, lo appetito che ebbono della vera gloria, e lo amore ardentissimo della patria, e molte virtú che furono in quella cittá piú che mai in alcuna altra. Le quali cose non si disordinorono per la mala disposizione del governo nelle parti dette di sopra, perché le sedizione non vennono a quegli estremi che disordinano tutti e’ beni delle cittá, ed el vivere di quelle etá non era corrotto come sono stati e’ tempi sequenti, massime sendo la cittá povera e circundata di inimici che non gli lasciava scorrere alle delizie ed a’ piaceri; in modo che io credo che non tanto le legge buone, quanto la natura degli uomini e la severitá di quegli antichi tempi, massime in quella parte di Italia che ebbe questa prerogativa sopra le altre, producessino quelle virtú e quelli costumi tanto notabili e la conservassino lungamente sincera da ogni corruzione di vizi. Vedete che ne’ tempi sequenti la cittá fu sempre meglio ordinata di legge ed era unita e concorde, e pure gli uomini andorono imbastardendo, e quelle virtú eccellente si convertirono in vizi enormi, e’ quali non nascono dalle discordie delle cittá, ma dalle ricchezze, dalle grandezze degli imperi e dalle sicurtá; oltre che quando bene non si vegga causa alcuna evidente, la conversione naturale delle cose del mondo che non possono durare perpetue, fa queste variazione e corruzione.

Circa le accusazione, le quali quando sono bene regolate sono sanza dubio utili in una cittá, non lodo che si possino fare al consiglio grande, perché io non confido al giudicio del popolo, né loderò mai che per principale deliberazione si riduca a lui alcuno caso importante. Piacemi che nelle cose criminali e’ cittadini siano giudicati o da uno magistrato, dalle sentenzie di chi si possi appellare al senato, o da quell’altro consiglio detto di sopra. Ed e’ modi che noi abbiamo