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8 dialogo del reggimento di firenze


vani, faranno di richiamarvi, e volere che la cittá si vaglia del vostro consiglio.

Bernardo. La cittá non è sì povera di uomini, che mai in tempo alcuno abbia avuto o sia per avere bisogno del consiglio mio, ed ora massime che per la vecchiezza è declinato ed è consumato non manco forse che sia el corpo; in modo che non solo non debbo pensare di ritornare alle fatiche del Palagio, ma se vi fussi drento, bisognerebbe che io pensassi di levarmene. Mi dispiace bene che di quello che io dovevo fare volontariamente giá qualche anno, ne sia stata causa la mutazione dello stato e la cacciata di Piero de’ Medici, la quale mi è doluta e per la affezione che io sempre ho portato a quella casa, e molto piú perché in tanto tempo che io ho, ho veduto per esperienzia che le mutazioni fanno piú danno alla cittá che utile, di che vi potrei molti esempli allegare.

Capponi. Come dunche siate voi di opinione che fia dannosa questa mutazione alla cittá?

Bernardo. Io vi dico che ho sempre cognosciuto per esperienzia che le alterazioni danno travaglio alla cittá, e partoriscono cattivi effetti.

Soderini. Sì forse, quando le sono di quella sorte che sono state l’altre de’ tempi vostri, le quali si debbono chiamare piú tosto mutazioni da uomo a uomo, o come meglio avete detto voi, alterazioni che mutazioni di stati; perché in quelle o si è transferita la potenzia da uno cittadino a un altro, o per le dissensioni civili si è augumentata la autoritá di chi reggeva; e di questa natura fu el caso del 33 e del 34, del 66, del 78, e li altri insino a questo ultimo, nel quale solo a’ di vostri si è fatta mutazione d’una specie di governo a un’altra. E quando questo accade, e si muti di una specie cattiva in una buona, o d’una buona in una migliore, io non so perché la mutazione non sia utile; e se mai ne fu alcuna tale credo sia stata questa, per la quale la cittá nostra, solita a essere naturalmente libera, e che per le discordie de’ maggiori era venuta in servitú, ora con la virtú di pochi, sanza sangue, sanza ruine o notabili scandoli, con lo esilio di quello citta-