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libro secondo 131


condo che io credo confidato poco nel giudicio del popolo (io chiamo popolo el suo consiglio grande) e da altro canto temendo delle passione de’ pochi, la hanno rimessa a poco numero; ma elettolo parte con sorte, parte con tanti vagli, che hanno giudicato dovere essere incerto chi abbino a essere gli ultimi elettori e cosí avere a cessare le corruttele e le ambizioni. E da altro canto, non potendo questi elettori, che sono quarantuno, essere ragionevolmente altro che uomini qualificati, hanno confidato che abbino a sapere eleggere, e mancando le corruttele, che abbino a eleggere bene.

Le ragione che gli hanno mossi io le giudico buone, ma non mi pare giá che abbino trovato el mezzo sufficiente, perché se noi presupognamo che questa elezione de’ quarantuno abbia a cascare come in uomini a caso, ecco che si mettono in mano degli ignoranti che hanno voluto fuggire, perché non per altra causa si sono discostati dal consiglio grande; ma se la casca ne’ principali del senato come intendo che communemente interviene, ecco che si può immaginare a dipresso chi abbino a essere gli elettori ed in consequenzia precedere quelle ambizioni e corruttele di che loro hanno avuto paura. Ma pognamo che le non precedessino; chi proibisce che in sul fatto, quando sono serrati, come loro dicono, nel conclave, dove prima che siano d’acordo stanno qualche volta parecchi di, non si faccino tra loro pratiche e prieghi, per sé o per gli amici? Le quali in poco numero bisogna che possino assai; anzi se voi parlerete co’ viniziani che vi voglino dire el vero, si fanno tra loro, poi che sono in conclave, infinite pratiche. Volete voi che io vi dia uno segno vivo di questo? Giovanni Lanfredini, el quale ognuno di voi cognobbe, e come ognuno di voi sa, ebbe grande amicizie e mezzi in Vinegia, subito che erano fatti e’quarantuno, avisava Lorenzo: «e’ sará doge el tale o el tale, perché hanno piú amicizie e mezzi ne’ quarantuno che gli altri», e cosí arebbe saputo fare ognuno che cognoscessi le dependenzie di quegli gentiluomini.

E questo vi dimostra che la elezione non va totalmente secondo e’ meriti, perché se si dessi a chi merita piú, si