Pagina:Guicciardini, Francesco – Dialogo e discorsi del reggimento di Firenze, 1932 – BEIC 1843020.djvu/113


libro secondo 107


Pagolantonio è stato dua volte imbasciadore a Vinegia, e credo dirá el medesimo che dico io.

Soderini. Tutto è verissimo; e se bene universalmente sono piú ricchi che noi, pure vi sono ancora molti poveri, ed al governo non sono ammessi piú e’ ricchi che gli altri; né nasce la ricchezza loro dalla diversitá del governo, ma dalla grandezza del dominio e dalla amplitudine ed opportunitá della cittá.

Bernardo. Séguita l’altra abusione molto vulgata che la unione loro sia causata dal sito, el quale io confesso che è molto a proposito per conservare la cittá dalle guerre e da e’ principi forestieri; però fu posta dove è, da quelli che vollono fuggire le inundazione de’ barbari; ma a tenerla sanza sedizione civile credo che importi poco o niente. Però si legge nelle istorie loro che ne’ primi tempi della republica, innanzi che fussi fermo el governo, ebbono tra loro molte discordie e vennono spesso alle arme, e pure era el medesimo sito che ora; e ne’ tempi sequenti non è mancato dogi ed altri che abbino aspirato alla tirannide, ma per gli ordini buoni del governo sono stati oppressi presto.

Difficilmente può uno cittadino privato, anzi è quasi impossibile, riducere una cittá libera in servitú, se non ha seco parte de’ cittadini medesimi; e questo con difficultá è potuto essere quivi, perché el governo è ordinariamente amato da quelli che ne participano, e gli ordini vi sono vivi e bene intesi da opprimere presto qualunche comminci a surgere a questa via. E queste sono le cagioni della concordia loro, non la difficultá di conducervi e’ cavalli, perché a mutare gli stati sono cosí buoni e’ fanti come e’ cavalli, e questi si possono conducere a Vinegia come negli altri luoghi e forse con piú commoditá, perché almanco a mettergli drento o di di o di notte non bisognano le chiave delle porte.

El governo nostro populare è adunche della spezie medesima che quello di Vinegia, e lo essere noi in terra ci debbo fare piú temere delle forze degli inimici forestieri, ma non giá disperare di poterlo ordinare in modo che ci conserviamo