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tali, e’ quali in ogni etá sono stati pochi, né mai le cose grandi e gloriose si sono mosse e condotte per altre mani. Però mi pare che el dare animo e facultá a questi taii di potere esercitare in bene eJ suo valore, sia beneficio al publico; e per contrario danno grande sforzargli a occultare la sua virtú o volgerla in mala parte. Consiste adunche el tutto, se noi areno tanta fortuna o tanto cervello, che questo nuovo governo si temperi in modo che non transcorra in uno caos, il che spero pure che ci abbia a riuscire, e che principalmente Dio amatore delle libertá e poi tanti uomini da bene e prudenti che sono in questa cittá, aiuteranno indirizzarlo a buono cammino; e quando cosí sia, godereno in uno vivere che non fu forse mai cognosciuto in Firenze.

E per dichiarare meglio quello che ho voluto dire altre volte, io credo che al bene essere di una cittá si abbi a considerare non solo che la sia governata giustamente e sanza oppressione di persona ed in modo che gli uomini godino el suo con sicurtá, ma ancora che la abbia uno governo tale che gli dia dignitá e splendore; perché el pensare solo allo utile ed a godersi sicuramente el suo, è piú presto cosa privata che conveniente a uno publico, nel quale si debbe riguardare a l’onore, alla magnificenzia ed alla maiestá, e considerare piú quella generositá ed amplitudine che la utilitá. Perché se bene le cittá furono instituite principalmente per sicurtá di quegli che vi si ridussono e perché avessino le commoditá che ricerca la vita umana, nondimeno si appartiene anche a chi ne ha la cura, pensare di magnificarle ed illustrarle, in modo che gli abitatori acquistino appresso a tutte le nazioni riputazione e fama di essere generosi, ingegnosi, virtuosi e prudenti; perché el fine solo della sicurtá e delle commoditá è conveniente a’ privati considerandogli a uno per uno, ma piú basso e piú abietto assai di quello che debbe essere alla nobilitá di una congregazione di tanti uomini, considerandola tutta insieme. Però dicono gli scrittori che ne’ privati si lauda la umilitá, la parsimonia, la modestia, ma nelle cose publiche si considera la generositá, la magnificenzia e lo splendore.