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una mano Fu caro, un giorno, a quella che va sola sentirsi preso da una mano il cuore e averne un riso in bocca e un pianto in gola.

Era una mano ambigua, di pallore femineo, di linea virile:

mano bella di dolce ingannatore.

Lenta in ogni suo gesto, ma febbrile nella carezza, quasi da far male, forte alla stretta da parere ostile.

Forse in sue vene un fluido mortale fluiva ed ella con labbra voraci lo suggeva, e un sapor torbido, eguale a un acror di veleno era nei baci.