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incertezze Pure, ancora di qualche trafittura tremavo, a guisa di convalescente ch’ogni indizio del suo male impaura.

Non ben certa di me, trepidamente, il mio silenzio intimo ascoltando, mi premevo sul cuor le mani intente.

M’indagai, mi scrutai, mi dolsi, e quando m’avvidi in qual tenacità d’affanno esasperavo un dubitar sì blando, scossi da me l’antico e il nuovo danno e balzai, folle di desii fugaci, incontro al riso d’ogni bell’inganno,

gli risi coi notturni occhi: – Mi piaci!