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vendicatrice Tu che inasprisci di superbi scherni e strazî di freddezze noncuranti l'uomo già altero, che t'umilia avanti il duol dei giorni alle sue ansie eterni, tu che il suo lungo desiderio alterni fra viltà disperate e stolti pianti, non sai che lacci hai con un gesto infranti, qual vendetta tu compia non discerni.

Costui che fra le tue sottili dita fatte artigli tu stringi, e soffre, e duolsi, schiavo d'amor che il tuo negar più incita, ingiustamente espìa, con una pena cruda, il gioir di chi fragili polsi, per suo trastullo perfid