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disdegno Allor s'udì concorde tintinnare d'un lungo riso l'eco del vicino bosco. Ciascuna un gelo repentino lungo le vene si sentì guizzare.

Parea vibrante d'ironie amare, freddo di sdegni il riso cristallino.

Ripigliaron le Amate il lor cammino, ma un dubbio errava su le fronti chiare.

L'ombra io esplorai. Sorpresi le ridenti disdegnose riunite a' pie d'un faggio, intente ad intrecciar fiori e comenti.

Le udii: – Di un'aspra schiavitù si vanta quel folle stuolo. Il nostro cuor più saggio, ebro di libertà, ilar