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L’ALTRO VOLTO Oltre lo schermo d’una lastra tersa m’interroga, mi scruta l’altro volto, e muta io indago lo stupor raccolto ch’esso dagli occhi troppo grandi versa.

Da tempo, sempre egual, sempre diversa, o taciturna, io ti conosco, io ascolto il tuo pensiero vigile, da molto tempo il mio sguardo con il tuo conversa.

Tu, chiusa nello specchio, mi somigli, sei forse un’altra me, ma sempre come una straniera, tu mi meravigli.

Nuova mi resti e spesso tu, con tale pallor mi fissi in densa ombra di chiome, ch’io ti chiedo: – Chi sei? Qual’è il tuo male?