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l’ignoto Io non so chi tu sia. So che una sera noi ci gettammo l’anima negli occhi, con l’impeto di chi brama e non spera.

La ripigliammo cauti, quasi tocchi da un dubbio, e ancor la scagliammo a segno, come la freccia che dall’arco scocchi.

Senza accostarci, senza altro disegno che quello di guardarci ebbri d’amore, ma disgiunti da un qualche aspro ritegno.

Così il male durò. Più tentatore d’allora, a tratti, il tuo volto m’abbaglia.

Curiosità di te mi punge il cuore, desiderio di te me lo attanaglia.