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amalia guglielminetti |
— In tal caso chi ci guadagna siete voialtri avvocati, corvi gracidanti, che vi nutrite dei resti altrui, — mormorò Aldo con lo stesso tono sarcastico, posando il bicchiere, poichè la cameriera sparecchiava.
Passarono nella veranda dov’era servito il caffè e ripresero il discorso: il padre disteso nell’ampia poltrona di cuoio, il figlio passeggiando su e giù sul gran tappeto d’Oriente che attutiva il rumore dei passi, o fermo incontro alle cortine di merletto bianco su cui si disegnava intera la sua figura agile di ginnasta e di corridore, dalla piccola testa, dalle spalle muscolose, dalle lunghe gambe piantate a terra ed allargate, come per appoggiarsi su una più solida base.
— Non ti ho detto ancora che a Pau in Francia ho preso alcuni mesi or sono il mio brevetto di pilota aviatore, — annunziò Aldo d’un tratto, con simulata semplicità, chinandosi a posare sul tavolino la tazza vuota.
Suo padre si drizzò a sedere e lo fissò un lungo momento a fronte corrugata, passandosi sulla barba fluente la mano che tremava. E Aldo approfittò di quel silenzio per continuare con un sorriso sottile:
— Adesso comprendi di quali strade intendevo parlare poco fa. Che vuoi! Preferisco svolazzare liberamente per le vie dell’aria anzicchè
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