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dà retta, re Salomone, e senti come su cotesta volpe la tattamelli Plinio il vecchio; — nel divo Augusto, eziandio per giudicio dell’universale fortunatissimo, se avvertiremo diligentemente ci sarà dato osservare mirabili mutazioni di sorte: la repulsa dello zio dalla carica di maestro di cavalleria, ed in opposizione della sua domanda eletto Lepido, l’odio della proscrizione, la compagnia nel triumvirato di cittadini pessimi, nè con profitto pari, anzi quello di Antonio esorbitante, la infermità di Filippi, la fuga, il triduano appiattarsi dentro una palude tumefatto, secondochè Agrippa e Mecenate riportano, per idropisia: il siciliano naufragio, il nuovo nascondersi per le spelonche; rotto dai nemici in battaglia navale supplica Proculeio, che lo ammazzi: le angustie nel tumultuare di Perugia: la trepidanza della giornata aziatica: il pericolo della torre rovinata in Pannonia, tante soldatesche sommosse, tante e tanto gravemente dubbiose infermità del corpo: i voti di Marcello sospetti, e il vergognoso esilio di Agrippa, i frequenti attentati contro alla sua vita, le sospette morti dei figliuoli e più delle perdite i lutti amari: l’adulterio della figlia, e palesi i disegni parricidi di lei: la separazione obbrobriosa del genero Nerone: l’altro adulterio della nipote: l’erario esausto, la ribellione illirica, le cerne degli schiavi, i giovani scarsi, la morìa di Roma: fame e