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son contenta d’udirti;

ma ve’ ! con queste leggi :
di’ poco, e tosto parti, e piú non torna.
Mirtillo. In troppo picciol fascio,
crudelissima ninfa,
stringer tu mi comandi
quell’immenso desio, che, se con altro,
misurar si potesse
che con pensiero umano,
a pena il capiria ciò che capire
puote in pensiero umano.
Ch’i’t’ami, e t’ami piú de la mia vita,
se tu noi sai, crudele,
chiedilo a queste selve,
che tei diranno, e tei diran con esse
le fère loro e i duri sterpi e i sassi
di questi alpestri monti,
ch’i’ho si spesse volte
inteneriti al suon de’ miei lamenti.
Ma che bisogna far cotanta fede
de l’amor mio, dov’è bellezza tanta?
Mira quante vaghezze ha ’1 ciel sereno,
quante la terra, e tutte
raccogli in picciol giro; indi vedrai
l’alta necessitá de l’arder mio.
E come l’acqua scende e ’l foco sale
per sua natura, e l’aria
vaga e posa la terra e ’l ciel s’aggira,
cosi naturalmente a te s’inchina,
come a suo bene, il mio pensiero, e corre
a le bellezze amate
con ogni affetto suo l’anima mia.
E chi di traviarla
dal caro oggetto suo forse pensasse,
prima torcer porria
da l’usato cammino e cielo e terra