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né tu mi prendi ancora,

o cieco Amore,
perché libero ho il core.
Amarilli. In buona fé, Licori,
ch’i’ mi pensai d’averti presa, e trovo
d’aver presa una pianta.
Sento ben che tu ridi.
Mirtillo. Deh, foss’io quella pianta!
Or non vegg’io Corisca
tra quelle fratte ascosa? È dessa certo;
e non so che m’accenna,
che non intendo, e pur m’accenna ancora.
Coro. Sciolto cor fa piè fugace.
O lusinghier fallace,
ancor m’alletti
a’ tuo’ vezzi mentiti, a’ tuo’ diletti?
E pur di nuovo i’ riedo,
e giro e fuggo e fiedo
e torno; e non mi prendi *
e sempre invan m’attendi,
o cieco Amore,
perché libero ho il core.
Amarilli. Oh! fusti svelta, maladetta pianta,
che pur anco ti prendo,
quantunque un’altra al brancolar mi sembri!
. Forse eh’i’non credei
d’averti franca a questa volta, Elisa?
Mirtillo. E pur anco non cessa
d’accennarmi Corisca, e si sdegnosa,
che sembra minacciar. Vorrebbe forse
che mi mischiassi anch’io tra quelle ninfe?
Amarilli. Dunque giocar debb’io
tutt’oggi con le piante?
Corisca. Bisogna pur che mal mio grado i’ parli
ed esca de la buca.
Prendila, dappochissimo: che badi?