Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/287

procacciante la morte di quella ninfa, sarebbe, in quanto al- l’arte, difetto grande. Dunque l’oggetto di Corisca ha del tra- gico, ma il modo di condurlo e quel concetto, che ella ne fa, è tutto comico. Ma passiamo al quarto atto. Questo è per lo piú tutto tragico e tutto nodo, il qual nodo non è altro che una improvvisa e sfortunata caduta in manifesta desperazione, la quale quanto è maggiore, tanto piú ricca è d’arte e rende lo scioglimento tanto piú bello e piú ragguardevole. In questo quarto ognuno è giunto al sommo d’ogni miseria. Fu Mir- tillo infelice per cagion delle nozze che d’Amarilli si prepa- ravano, piú infelice per l’adulterio di lei creduto, ed ora in- felicissimo per la morte alla quale vien condennata. Fu Ama- riIli parimente infelice, dovendo essere sposa di chi l’odiava; piú infelice, non potendo esser di chi l’amava; ed ora infeli- cissima, ché, ’nvece delle nozze, è destinata alla morte. Titiro, afflitto e misero padre, che, ’nvece di vedere onorata la sua figliuola, la vede adultera e vedralla tosto morire. Montano, con tutta la provincia, dolente; le speranze loro svanite, i sa- cerdoti confusi, il tempio pieno d’orrore, ogni parte piena di lagrime, e finalmente tutte le cose sacre e profane, che per le nozze d’Amarilli speravano di risorgere, in estrema miseria precipitate. Né fra tanto sono contenti Silvio e Dorinda, tutto che essi non entrino in questo nodo, come parte innestata che serve per episodio, laonde il suo periodo termina in questo quarto, lasciando libero tutto ’l quinto al farsi lo scioglimento e la rivolta della buona fortuna del pastor fido, ch’è princi- pale oggetto di questa favola. Poco meno che altrettanto fece nella sua mirabile Andria Terenzio, il quale non rappresenta nell’atto quinto Carino se non nel fine un poco, e fallo dir si poche e si concise parole, che ben si vede ciò essere stato fatto con arte, acciocché si conosca che quella parte è inne- stata e non principale, come quella di Panfilo, a cui si serba libero il campo di sciòr la favola, che per lui, primiero og- getto di lei, a lieto fine dovea rivolgersi. Resta ora ch’io noti, come cosa in questo quarto molto importante, il fondamento