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dall’aspettazione dell’esito, come anche perché riesce con piú vaghezza e decoro il farlo dire alle persone proprie che s’in- troducono nella favola, mostrando esse di fare ogni altra cosa, e d’avere altro fine che voler fare il prologo. F. tanto basti quanto al primo atto. Il secondo va disponendo la favola all’annodarsi, e, col nu- trire di nuovo cibo l’ascoltatore, mantiene l’attenzione e ’1 di- letto. Ma questa novitá vuole avere quattro condizioni: la prima, che non sia vana e piena di parole insipide, ma di fatti ; la se- conda, che non dissolva l’unitá; la terza, che serva all’annodare, e la quarta, che non iscuopra l’esito della favola: le quali tutte si truovano e nel racconto che fa Mirtillo delVamor suo e ’n quello di Dorinda, dispregiata e schernita da Silvio; nella per- sona d’Amarilli, nel desiderio di lei, nell’ordine dato con Cori- sca di sturbar le sue nozze, nel modo che discorre da sé Corisca di farla capitar male, e finalmente nella zuffa che ha Corisca col satiro, che l’ha presa, il che serve a due cose: l’una a levarle la chioma, perché, nel giuoco poi «della cieca», Amarilli ne resti meglio ingannata, e per dar luogo al riso comico, secondo che s’è fatto nel primo, nel fin dell’atto, e farassi nel terzo ancora con la persona del satiro, ancorché questo secondo sia quasi tutto comico per corrispondere al quarto, che per lo piú sará tra- gico. Il terzo va pure anch’egli continovando in portar nuove cose, fornite delle medesime condizioni che nel secondo si son vedute. E quelle fila, che nel primo e secondo furono ordite, in questo terzo s’incominciano ad annodare: rial giuoco «della cieca» Corisca cava quel frutto ch’ella voleva, cioè di scoprir l’animo d’Amarilli e ’l suo amore verso Mirtillo, che le pre- sta comoditá grandissima d’ingannarla, onde nasce poi la sua prigionia, che scompiglia ogni cosa, ma tutto però con nuovi e non pensati accidenti. Novitá è quel giuoco; novitá è la presa che di Mirtillo fa la bendata Amarilli; novitá son que’ vezzi ch’essa gli fa, credendo fargli a Corisca; novitá quell’or- rore ch’ella ne prende, poi che, sbendata, riconosce l’errore; novitá, veramente non aspettata, lo sfogamento dell’amor suo, dopo che Mirtillo, rigidamente da lei cacciato, si parte;