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d’ogni altra cosa spianate, l’ascoltatore ne rimarrebbe confuso, e la confusione impedirebbe il diletto e l’attenzione. Fu dunque necessario che nel primiero atto si aprissero queste cose, cioè la necessitá delle nozze nelle due scene d’ Ergasto con Mirtillo e di Montano con Titiro, padri, l’un d’Amarilli e l’altro di Silvio, gli impedimenti in quelle di Silvio con Lineo e d’Ergasto altresi con Mirtillo. E le nozze sono il primo movente, onde nasce in quell’ardente e misero amante disiderio d’abboccarsi con quella ninfa, in Silvio repugnanza al congiungersi in matrimonio, in Atnarilli sollecitudine d’interromperlo. ne’ vecchi padri di procurarlo, in Corisca occasione d’ingannare Amarilli, ch’è sua rivale; fila che si vanno poi annodando, per fare il gruppo della favola necessario. E s’incomincia da Silvio per le ca- gioni dette di sopra, alle quali si aggiunge ancora che, non essendo il Pcistor fido pura tragedia, ma misto di parti tragiche e comiche, fu necessario mandare innanzi quella parte del- l’argomento, che poteva prestar materia di scherzo comico, piú tosto che di materia tragica e grave, com’è poi la seguente, acciocché si conosca al primo tratto che questa è tragicom- media e non pura tragedia, dove gli scherzi non hanno luogo. E per questo va eziandio alternando e intrecciando le scene gravi con le festose. La prima ha piú del festoso, la seconda del grave, la terza è comica, la quarta è tragica e la quinta, per esser nel fin dell’atto, è piú dell’altre comica tutta. Cosi fe’ Plauto nella primiera scena dell ’Anfitrione, da lui chiamata «tragicommedia», nella quale Mercurio, con modi tutti co- mici e pieni di piacevolezza e di riso, prende a beffar quel servo d’Anfitrione. Ha dunque il primo atto l’argomento con l’artificio e con la necessitá che s’è detta e a tutte le buone favole si richiede, e che gli antichi greci e latini, cosi nelle tragedie come nelle commedie, costantemente osservarono: nelle commedie alcuna volta nel prologo, nelle tragedie sempre nelle prime persone ch’escono in palco. Ma Terenzio, che fu maraviglioso artefice in questo genere, non recò mai nel pro- logo l’argomento, si perché in quello tutta si soleva vedere intera la favola, che toglie la maggior parte di quel diletto che nasce