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cotal genere. Vide quel grande ingegno, quel giudizioso poeta che la commedia semplice riusciva una cosa assai povera, e che, volendosi aiutare con gli episodi accidentali, o di lunghi ragionamenti o di persone, che i greci chiamano aQOTcmjcd, di- veniva insipida cosa, senza nervo, senz’arte, e noiosa molto, del qual difetto non è niun maggiore in tutta l’arte dramma- tica. E, perché gli episodi son necessari in tutte le favole, andò pensando di farli essenziali, non di parole o di persone fuori dell’argomento, ma d’opera e di soggetto, argomentando cosi, e bene: eli’essendo collocato il principale ufficio del poeta e diletto della poesia nel rappresentare i fatti e l’operazioni degli uomini, ninno episodio si poteva aggiungere alla commedia che fosse né piú proprio né piú dilettevole né piú artificioso di quello che contiene non parole sole, ma fatti, conducendolo e annodandolo con tant’arte e giudicio, che non contamini l’unitá del soggetto, e, quello che tutto ’mporta né può venir dagli altri episodi, annodasse maggiormente la favola, e ’n con- seguenza la rendesse molto piú bella e piú dilettevole. Queste fúr le cagioni, questa l’origine della commedia innestata. Il quale innesto a poema tragico non con vene, si come quello che dirittamente andrebbe a ferire le parti di lui piú proprie e piú necessarie. Resta ora che si difenda. E, per ciò fare, consi- dero quattro termini, che fanno l’orditura A&WAndria, prima, non solo in ordine, ma in bellezza, delle commedie terenziane: Panfilo il primo, Glicerio il secondo, Filomena il terzo e Ca- rino il quarto; l’amor di Panfilo e di Glicerio è il principale, e quello di Carino e Filomena è l’episodico ed innestato. Che cosi sia, non ha dubbio, a chi pure un poco intende l’arte drammatica, perciocché tutti i travagli nascono per cagione di Panfilo e di Glicerio. Nella persona di Glicerio cade il rico- noscimento, per cui la favola si raggira, e nelle nozze di lei ha felicissimo fine. Di quelle di Carino appena un poco nel fine, e ciò con arte mirabile, si motteggia. In modo che ’l princi- pal soggetto non è altro che l’amor di Panfilo e di Glicerio, non interrotto da quello di Carino, ma grandemente aiutato. E, se quel solo amore si fosse rappresentato, con la gravidezza