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che ia voce «purgare* ha duo sensi: l’uno è «di spegnere af- fatto», e ’n questo l’usò il Boccaccio, lá dove e’ disse: «I peccati, che tu hai infino all’ora della penitenza fatti, tutti si purghe- ranno». L’altro è di «purificare e mondare», e ’n tale senso disse il Petrarca: «Vergine, i’ sacro e purgo Al tuo nome e penseri e ’ngegno e stile»; perciocché quivi non vuole spegnere il proprio ingegno, come il Boccaccio intendeva di spegnere le peccata, ma di sgombrarlo d’ogni viltá e farlo in sua natura perfetto. In questo secondo significato si dé’ prendere il «pur- gare» della tragedia, come altresi lo prendono i medici: i quali, quando essi voglion purgare, pogniam caso, la collera, non hanno intenzione di spegnerla o diradicarla affatto dal corpo umano, ché cotesto sarebbe un volere uccidere e non sanare, levando alla natura tutto un umore, ond’ella si serve per temperamento degli altri, ma di levarne sol quella parte, che, traboccando fuor de’ termini naturali, corrompe la simmetria della vita, onde poi nasce la ’nfermitá. Non purga dunque il poema tragico gli affetti suoi alla stoica, spiantandogli totalmente da’ nostri cuori, ma moderandoli e riducendogli a quella buona temperie, che può servire all’abito vertuoso. Anzi si vai dell’uno per me- dicina dell’altro, perciocché tanto è lontano che tutti i timori sien viziosi, che anzi ve n’ha di quelli, che sono i naturali fomiti alla vertú, com’è il timor della ’nfamia. Parimente la commiserazione non è tutta buona, perciocché, non servati i debiti modi, passa in tenerezza e ’n mollizie, che snerva gli animi giusti. Hanno dunque bisogno questi duo affetti d’esser purgati, cioè ridotti a vertuoso temperamento, e questo fa la tragedia. Ma, se il «purgare»si considera come effetto della cosa purgante, diremo che questi affetti si purgano nel primiero si- gnificato, perciocché il buono intende di spegnere e diradicare affatto il cattivo. Se dunque il timore e la compassione purgan gli affetti simili a loro, e de’ timori e delle compassioni altri son buoni, altri no, bisogna che noi veggiamo quali nella tra- gedia sono i purganti e quali i purgati; e quinci apparirá che non repugna alla natura loro il purgare e Tesser purgati. E, cominciando dal primo, dico che, si come l’uomo ha due vite,