Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/230

che nel poema del Pastor fido non sia servato il precetto della unitá: l’uno, per le due forme tragica e comica; l’altro, per avere piú d’un soggetto, come son quasi tutte le terenziane. Delle quali favole, acciocché noi co’ propri termini piú spedito e piú chiaro fac- ciamo il nostro discorso, chiameremo la prima col nome solito «mi- sta», e la seconda «innestata». Quanto alla prima, bassi a con- siderare, che la tragicommedia non è composta di due favole intere, l’una delle quali sia perfetta tragedia, e perfetta commedia l’altra, congiunte insieme di modo che ambedue si possano disu- nire senza che l’una guasti i fatti dell’altra o ciascuna i suoi pro- pri. Nédéssi altresi credere eh’ella sia una storia tragica viziata con le bassezze della commedia, o favola comica contaminata con le morti della tragedia, perciocché né cotesto sarebbe retto componi- mento, conciosiacosaché chiunque fa tragicommedie non intenda di comporre separata o tragedia o commedia, ma di questa e di quella un terzo, che sia perfetto in suo genere, e abbia di ambe- due loro quelle piú parti che verisimilmente possano stare in- sieme; laonde, nel far giudicio di lei, non bisogna confondere i termini di «misto» e di «doppio», come fanno coloro che poco intendono, né s’avveggono che niuna cosa può esser mista se non è una, e se le parti che ’n essa sono, in modo non si confondono, che l’una non si possa piú né conoscere né separare dall’altra. Dottrina del Filosofo, nel primo della Ge?ierazione , chiarissima e volgarissima, dov’egli mostra la dif- ferenza dell’esser misto all’esser composto. In quello le parti perdono la lor forma e fanno una terza cosa molto diversa. In questo ciascuna si conserva quella medesima ch’era prima, né si altera, né si muta, ma si compone, s’accoppia, e quel che nasce da cotale congiungimento, non è un terzo alterato sotto diversa forma, ma son duo corpi, che scambievolmente non compati- scono insieme e restano que’ medesimi, cosi in atto come in potenza, ch’erano per avanti. Il primo si può paragonare al favoloso Ermafrodito, il quale d’uomo e di donna formava un terzo, partecipante dell’una e dell’altra natura, si fattamente misto, che separare né quel da questa, né questa da quello non si potea. Il secondo è simile ad uomo che s’abbracci con donna, si