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ATTO QUINTO

SCENA PRIMA

Uranio, Carino.

Uranio. Per tutto è buona stanza, ov’altri goda,

ed ogni stanza al valentuomo è patria.
Carino. Gli è vero, Uranio, e troppo ben per prova
tei so dir io, che le paterne case
giovinetto lasciando e d’altro vago
che di pascer armenti o fender solco,
or qua or lá peregrinando, al fine
torno canuto onde partii giá biondo.
Pur è soave cosa, a chi del tutto
non è privo di senso, il patrio nido,
ché die’ natura al nascimento umano
verso il caro paese, ov’altri è nato,
un non so che di non inteso affetto,
che sempre vive e non invecchia mai.
Come la calamita, ancor che lunge
il sagace nocchier la porti, errando
or dove nasce, or dove more il sole,
quell’occulta virtute, ond’ella mira
la tramontana sua, non perde mai;
cosi chi va lontan da la sua patria,
benché molto s’aggiri e spesse volte
in peregrina terra ancor s’annidi,
quel naturale amor sempre ritiene,
che pur l’inchina a le natie contrade.