Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/107

Godiam, sorella mia,

godiam, ché ’1 tempo vola e posson gli anni
ben ristorar i danni
de la passata lor fredda vecchiezza;
ma, s’in noi giovinezza
una volta si perde,
mai piú non si rinverde.
Ed a canuto e livido sembiante
può ben tornar amor, ma non amante.
Amarilli. Tu, come credo, in questa guisa parli
per tentarmi, Corisca,
piú tosto che per dir quel che ne senti.
E però sii pur certa
che, se tu non mi mostri agevol modo,
e sopra tutto onesto,
di fuggir queste nozze,
ho fatto irrevocabile pensiero
di piú tosto morir che macchiar mai
l’onestá mia, Corisca.
Corisca. (Non ho veduto mai la piú ostinata
femmina di costei.)
Poi che questo conchiudi, eccomi pronta.
Dimmi un poco, Amarilli:
credi tu forse che ’1 tuo Silvio sia
tanto di fede amico
quanto tu d’onestate?
Amarilli. Tu mi farai ben ridere: di fede
amico Silvio? e come,
s’è nemico d’amore?
Corisca. Silvio d’amor nemico? O semplicetta!
tu noi conosci. E’ sa far e tacere,
ti so dir io. Quest’anime si schife, eh?
non ti fidar di loro.
Non è furto d’amor tanto sicuro
né di tanta finezza,
quanto quel che s’asconde